LA MAMMA

Cara mamma,

voglio scriverti queste parole proprio mentre tu sei in un letto di ospedale a combattere per la vita, per quella vita che sembra proprio volerti lasciare a breve e che sembra non voglia -purtroppo- dare nessuna speranza a noi che ti vogliamo bene. E' tanto tempo che non ti scrivo, o forse non ti ho mai scritto nulla al di là dei soliti bigliettini per le feste: prima con la mia calligrafia tremolante di bambino e poi inserendo le foto dei miei figli con il computer. Lo so che quando si è arrivati alla fine tutto cambia e tutto assume un valore ed un sapore diverso, ma nel tuo, nel nostro caso cambia solo la forma perchè i valori, le cose vere e profonde sono sempre state intatte, forti, intoccabili.

Tu sei sempre stata "mamma" e questo fin dalle tue lotte per avere un figlio, passando attraverso i dolori della perdita di un figlio durante la gravidanza e soprattutto passando per la perdita di mio fratello il giorno dopo la sua nascita: un dramma. ma tu, sconsigliata dai medici, hai lottato e ce l'hai fatta ad avere un figlio: brava! La tua tempra non ti ha mai fatto difetto e lo vedo ora che stai lottando contro la morte, ora che sei debole, apparentemente addormentata, assente. Ma che fibra! Lo dicono tutti sai? Una persona normale non avrebbe resistito ad un ictus devastante ed al coma per più di quattro-cinque giorni ma tu sei in coma da oltre dieci e solo ora stai manifestando le prime vere difficoltà.

Cara mamma, tu sei sempre stata grande, forte, sana meno che nell'ultima brevissima parte di vita e sei stata mamma anche per tanti che non sono tuoi figli, donando sempre consigli, affetto e tutto ciò che potevi a chiunque te lo abbia chiesto anche se vado molto fiero del fatto che quando hai chiuso gli occhi e non li hai più riaperti davanti a te ci fossi proprio io, il tuo unico figlio. Il nostro rapporto non è mai stato quello classico del figlio unico: pochi baci, poche carezze, poche "smancerie" ma sguardi intensi, profondi, forti e che dicevano tutto.

il mio sito parla di ciclismo ed anche a proposito di questo argomento ti ritrovo mamma "vera" e gli episodi che mi tornano in mente sono tanti: ti ricordi quando avevo chiesto una bicicletta da corsa per regalo dopo l'esame di maturità? Pensavi -a ragione- che non la sfruttassi in pieno ed invece il ciclismo diventò il mio sport; chi lo poteva prevedere allora? Ricordi quando dicevi a papà che mi veniva dietro in macchina nelle mie prime gare di dirmi di rallentare in discesa? Impossibile, ma tu ci provavi. Tu sei sempre stata mamma, cioè ti sei sempre preoccupata non dei risultati delle gare, ma solo del fatto che non mi facessi male. Anche quelle rare volte che tornavo a casa dicendo di aver vinto i tuoi occhi facevano un rapido giro dall'alto al basso del mio corpo per vedere se ci fosse qualche sbucciatura e poi mi dicevi "Bravo". Si, solo una parola perchè a te non importava avere un figlio che andasse più o meno forte in bicicletta, ma volevi un figlio sano, tutto qua. Non hai mai capito perchè si dovesse rinunciare agli splendidi manicaretti che facevi con le tue mani in virtù di una gara e forse hai sempre pensato che sarebbe stato meglio un bel piatto dei tuoi ravioli fatti in casa di un po' di riso bollito. Ti ricordi quando mi sono allenato per il record dell'ora? Con la tua alimentazione non potevo fallire: sempre perfetta, buona, sana nutriente, ideale per chi fa sport ed anche per chi non lo fa. Ti ricordi quella gara a cronometro in Toscana? Ero dilettante e siamo andati con te e papà: tu eri dietro di me in macchina ma vedermi soffrire in bicicletta, seppure da dietro, ti faceva male e ricordo che mi dicesti: "Bravo per la coppa che hai vinto ma io preferirei stare a casa". Ricordi quella Milano-Sanremo? Tu e papà in macchina ed io che nel cambiare faccio cadere la catena su Capo Berta: per te un problema grosso ed invece riparto al volo. Quanto manca a Sanremo? Poco ed a te questo basta alla faccia del piazzamento finale. Si, ora te lo posso dire: quando ero sui rulli in casa tua e tu mi passavi davanti io cercavo di mascherare un po' la mia espressione, cercando di renderla meno sofferente e tu avrai pensato "ma chi glielo farà fare?" Però silenzio e rispetto reciproco: bellissimo. Ricordi quella gara in circuito a Biella? Tanta strada per arrivare lassù ed io che foro al primo giro; tu non mi vedi passare e pensi ad una caduta. Poi eccomi ed a te basta così ma anche questa volta hai sicuramente pensato "se fossi rimasta a casa..." Ti ricordo sul balcone quando io arrivavo a casa un po' in ritardo: uno straccio in mano e tu che pulivi la ringhiera per "giustificare" la tua presenza; entravo in casa e mi dicevi: "Sei arrivato tardi, hai bucato?" A volte forse mi avresti dato uno schiaffo, ma dopotutto ero sano, presente e chi se ne frega di un quarto d'ora in più?

QUELLA FAMOSA GARA IN CIRCUITO A BIELLA....E' IL 1981

Sei stata contenta delle mie amicizie vere e profonde createsi nel mondo del ciclismo, un mondo duro, spietato ma sano, vero e forse per un figlio è proprio questo che si desidera. Prima che la malattia ti stroncasse ti mettevo sul tavolo le riviste con i miei articoli ed il tuo commento era sempre di una parola: "Bello". A volte aggiungevi "Dici proprio tutto" perchè per te ai ciclisti bisognerebbe dire solo "Andate come potete, fate una fatica ragionevole e soprattutto non fatevi male, mi raccomando". Proprio i consigli di una vera mamma, di una mamma che sentiva i muscoli irrigidirsi nel vedere le cadute alla televisione, forse perchè pensavi alle altre mamme, anche a quelle che lo erano forse un po' meno di te.

  IN MAGLIA TRICOLORE FUORI DALLA PORTA DI CASA NEL 1984

Sei stata grande mamma, anche nel fisico perchè hai fatto già più di quanto fosse sperabile e mi fa davvero bene pensare di avere preso un po' del tuo cuore, un po' della tua forza, un po' della tua grinta e della tua voglia di vivere. Lo so, non ci sono speranze, tra poco ci lascerai lasciando un vuoto grande, enorme. Andrai in compagnia di mio fratello che non vedi da oltre quarant'anni, in compagnia dei tuoi cari, di tua madre, morta troppo presto. Lassù ci saranno anche tanti ciclisti e sono sicuro che quando vedrai sfrecciare accanto a te qualcuno di questi gli dirai "vai piano che ti fai male" proprio come dicevi a me.

Grazie mamma, sei stata una grande mamma e mi hai insegnato soptattutto la DEDIZIONE, l'AMORE e la FERMEZZA; un bacio ed un abbraccio da tuo figlio Piero, ti ho voluto e ti voglio bene.

P.S. La mamma si è ammalata il 7 giugno 2006 e si è spenta il 1 settembre quindi dopo quasi tre mesi di stato di coma.


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